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Solar Cooling, il futuro è ibrido
Il Solar Cooling è una tecnologia particolarmente idonea ad integrarsi con altri sistemi di sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili: questo è quanto sostiene la Roadmap delle Tecnologie per il riscaldamento e il raffrescamento solare recentemente pubblicata della International Energy Agency IEA .
In sostanza, applicare le tecnologie di riscaldamento e raffrescamento solare in soluzione combinata o integrata con altre fonti energetiche rinnovabili, potrebbe essere un modo per ottimizzare gli investimenti, soprattutto quando lo spazio a disposizione per raccogliere l’energia solare è fisicamente limitato, come nel caso dei pannelli disposti sui tetti delle abitazioni.
Un esempio di possibile integrazione di tecnologie Solar Heating and Cooling (SHC) è rappresentato da sistemi di tipo ibrido fotovoltaico/solare termico (photovoltaic/thermal hybrid solar technology - PV-T). I collettori PV-T sono visti come una tecnologia molto promettente, potenzialmente in grado di utilizzare l’energia solare in modo più efficiente dei sistemi tradizionali presi singolarmente, con il vantaggio aggiuntivo di evitare la competizione tra le fonti energetiche per lo sfruttamento della superficie disponibile sui tetti.
I collettori PV-T innanzi tutto convertono l’energia solare in energia elettrica attraverso i moduli fotovoltaici, e poi riutilizzano il calore in eccesso per riscaldare l’acqua. I collettori PV-T sono allo studio da alcuni anni, ma non hanno ancora raggiunto significative quote di mercato, tanto che la roadmap dell’IEA indica il 2020 come termine auspicabile per lo sviluppo di sistemi PV-T competitivi. Sempre secondo l'IEA, per raggiungere questo traguardo sarà necessario supportare le aziende produttrici di sistemi SHC e fotovoltaici, anche e soprattutto attraverso il coinvolgimento di Università e centri di ricerca. Oltre a queste azioni di stimolo nei confronti delle aziende più innovative, la crescente competizione tra le fonti rinnovabili e la sempre più vasta diffusione delle applicazioni fotovoltaiche potrebbero rappresentare due fattori trainanti per lo sviluppo dei sistemi PV-T.
Sul fronte della ricerca, i maggiori sforzi per il miglioramento dei sistemi PV-T finora sono stati focalizzati sull’aumento dell’efficienza termica ed elettrica. Rimangono tuttavia numerose sfide aperte riguardo la riduzione delle perdite di calore, la protezione contro il surriscaldamento, l’integrazione tra i diversi dispositivi e l’abbattimento dei costi complessivi di produzione.
Tra i numerosi produttori che stanno cercando di sviluppare questi nuovi prodotti, si citano l’azienda britannica Newformenergy e la statunitense Power Panel, ma anche la tedesca Solarzentrum Allgäu, capofila di un progetto di ricerca che coinvolge, tra gli altri, anche il Fraunhofer Institute for Solar Energy Systems ISE.
Per saperne di più:
Tec Eurolab e CRIT a servizio delle PMI all’avanguardia
Articolo di Ilaria Vesentini, IlSole24Ore, 14/03/2013
Dialogare. «È attorno a questa attività semplicissima, eppure così difficile da mettere in pratica in modo strutturato, che si gioca la partita dello sviluppo tecnologico».
Ne è convinto Paolo Moscatti, presidente di un'azienda - laboratorio leader di mercato nei test su materiali, prodotti e processi e nella failure analysis, la Tec Eurolab di Campogalliano, nel bivio strategico tra l'A1 Milano-Napoli e l'A22 del Brennero. Un concentrato di competenze e tecnologie – dai macchinari a Rx e a ultrasuoni per testare i materiali alle prove di corrosione accelerata in ambienti ostili – nato vent'anni fa sull'onda delle nuove certificazioni richieste dall'Ue e progredito via via in centro di problem solving, cui sono l'anno scorso si sono rivolte 1.450 aziende, perlopiù meccaniche, di tutta Italia e non solo.
Dialogare è la parola chiave di un "porto dell'innovazione" come si autodefinisce Crit, società privata di Modena specializzata nell'informazione tecnologica, nel brokeraggio scientifico e nell'innovazione collaborativa, creata a inizio Millennio da 14 big manifatturieri e oggi partecipata da 26 aziende del calibro di Alstom, Beghelli, Cnh, Ferrari, Gd, Sacmi, Technogym, Tetra Pak. [..]
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Grande partecipazione alla sessione plenaria curata da LIAM alla mostra-convegno MC4
Alcuni dei beni di consumo più amati nel mondo sono prodotti e confezionati grazie a ingegnose soluzioni progettate e realizzate dai costruttori italiani di macchine automatiche. Il cuore di queste macchine, o meglio il cervello che ne comanda il funzionamento, è rappresentato dalle soluzioni per il controllo del movimento, protagoniste assolute di MC4 - Motion Control for (www.mostreconvegno.it), manifestazione organizzata da Fiera Milano Media che ha chiuso i battenti lo scorso 5 marzo a Bologna.
Giunta alla nona edizione MC4, che affianca a una vetrina di prodotti e soluzioni di eccellenza un ricco programma convegnistico, ha chiamato a raccolta quest’anno circa settecento operatori specializzati, manager, tecnici e progettisti che lavorano nelle aziende che costruiscono macchine e impianti utilizzati in ambito industriale ed energetico.
Particolarmente seguita è stata la sessione plenaria curata da LIAM (Laboratorio Industriale Automazione Macchine per il packaging), il laboratorio industriale localizzato presso CRIT e finalizzato a produrre conoscenza nell'ambito dell'automazione di macchine automatiche per il packaging.
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Fotovoltaico: arrivano le nanoantenne che catturano anche gli infrarossi
Gli scienziati studiano ormai da diversi anni le potenzialità di una nuova tecnologia di sfruttamento dell’energia solare, basata sulla fabbricazione di fotodiodi di dimensioni nanometriche. Questi dispositivi, denominati nano-antenne, sarebbero infatti in grado di catturare la luce in tutte le lunghezze d'onda per trasformarla in energia elettrica.
Come è noto, la luce alle lunghezze d'onda dell'infrarosso costituisce più di un terzo di quella che raggiunge la Terra dal Sole, ma i comuni dispositivi fotovoltaici a base di silicio non sono in grado di catturarla. La causa di questo limite è dovuta a un gap di banda presente in ogni semiconduttore, a causa del quale la luce sotto una certa frequenza attraversa il materiale senza generare corrente. Per ovviare a questo inconveniente, da qualche anno i ricercatori stanno cercando di realizzare un dispositivo fotovoltaico dotato di una nano-antenna metallica in grado di svolgere un duplice ruolo: funzionare innanzi tutto come antenna ottica per raccogliere e concentrare la luce solare, e in più svolgere la funzione di fotodiodo, in grado di convertire la luce in una corrente di elettroni. Questo genere di nano-antenna viene anche definito “rectenna” (contrazione di rectifying antenna) a causa della sua capacità di assorbire l’energia solare e rettificarla da corrente alternata in corrente continua.
Un dispositivo fotovoltaico dotato di un array di rectenne è teoricamente in grado di catturare più del 70% della radiazione elettromagnetica proveniente dal sole, e di convertirla efficacemente in energia elettrica. Questa tecnologia potrebbe quindi rappresentare un significativo miglioramento rispetto ai pannelli fotovoltaici tradizionali in silicio, i quali possono catturare al massimo il 20% della radiazione solare disponibile, e necessitano di un dispositivo a parte per convertire l’energia raccolta in una forma fruibile dalla rete elettrica. Per tutti questi motivi, da diversi anni la comunità scientifica internazionale sta cercando di tradurre in pratica le grandi potenzialità delle rectenne, finora espresse solo dal punto di vista teorico.
Recentemente, il gruppo di studio guidato dal Prof. Willis, professore associato all’UConn – University of Connecticut – ha presentato i risultati di una innovativa tecnica di fabbricazione delle nano-antenne, denominata Selective Area Atomic Layer Deposition (ALD), brevettata nel 2011. Attraverso la ALD gli scienziati della UConn hanno potuto realizzate un dispositivo a rectenna, costituito in pratica da un diodo a tunnel di dimensioni nanometriche. Uno degli elettrodi della rectenna ha una forma appuntita, simile alla punta di un triangolo; il segreto che garantisce il buon funzionamento del dispositivo è la distanza estremamente ravvicinata tra i due elettrodi, paragonabile al contatto di una punta di spillo su una parete. La limitata grandezza di questo intervallo dimensionale è il fattore critico per garantire il massimo trasporto di elettricità: in pratica, la distanza nanometrica tra i due elettrodi fa sì che gli elettroni riescano ad incanalarsi verso l’elettrodo opposto, senza possibilità di invertire la direzione. Ciò fa sì che la rectenna sia in grado di catturare l’energia degli elettroni rettificandola in una corrente unidirezionale. Inoltre, il dispositivo è in grado di convertire anche la componente infrarossa della radiazione solare, e in generale tutto lo spettro del visibile. Prima dell’avvento della ALD, non esistevano tecniche di fabbricazione litografica in grado di creare uno spazio così ridotto all’interno di un diodo elettrico effettivamente funzionante. Il processo ALD è considerato potenzialmente rivoluzionario sia dalla comunità scientifica che dal mondo dell’industria, in quanto si tratta di una tecnologia semplice, facilmente riproducibile e scalabile per la produzione di massa. Secondo il prof. Willis, la tecnologia, già utilizzata da aziende che operano nel campo della microelettronica, è particolarmente applicabile per la realizzazione di coating su superfici nanostrutturate, e svolgerà un ruolo essenziale nella realizzazione della prossima generazione di semi-conduttori e transistor ad alte prestazioni.
A conferma del grande interesse suscitato da questo filone di ricerca, il progetto del prof. Willis ha ricevuto recentemente fondi per $650.000 dalla National Science Foundation , finalizzati a migliorare il processo di fabbricazione delle rectenne in modo da renderle ancora più capaci di catturare e convertire in energia elettrica ogni componente della radiazione solare.
Fonte: Nanowerk
Start up High Tech: Microturbina
Nel 2012 CRIT ha analizzato oltre 100 start up high tech partecipando come valutatore a diverse start up competition. Nel corso del PNI Premio Nazionale dell'Innovazione 2012 (Novembre 2012), CRIT ha individuato numerose start up high tech potenzialmente interessanti per il proprio network di aziende.
Tra queste si segnala una start up dell'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova che porta il nome di Microturbina, la cui idea imprenditoriale è rappresentata da un dispositivo per la produzione di energia elettrica attraverso una tecnologia che sfrutta la pressione di un fluido e la trasforma in energia elettrica.
La microturbina è in pratica un sistema di energy harvesting, del diametro di una moneta da un euro, che sfrutta piccole quantità di energia meccanica o fluidica, disponibili nell'ambiente o negli impianti industriali, per alimentare sensori o sistemi di misura. La struttura compatta e la capacità di generare autonomamente fino a 30W rende la microturbina una tecnologia adatta a sostituire le batterie o a ricaricarle, in particolare all’interno di impianti distribuiti su grandi estensioni o in zone remote, riducendo l’utilizzo dei cavi elettrici associati.
Con una vita utile di 10 anni, la microturbina dell'IIT permette di migliorare l'affidabilità e la sicurezza di impianti estesi (o gasdotti) e di ridurne i costi di gestione. I clienti potenziali sono i distributori (utilities, municipalizzate) del gas e dell'acqua, le società fornitrici di strumentazione per gas e acqua, e i fornitori e operatori ferroviari.
Per maggiori informazioni: Microturbine - IIT
Bando Ricerca, Innovazione e Crescita: le aziende CRIT al top in Emilia-Romagna
Sono 6 le aziende socie del CRIT ammesse a finanziamento da parte della Regione Emilia-Romagna sul bando Ricerca, Innovazione, Crescita, pubblicato a Marzo 2012 e di cui sono state rese note le graduatorie a febbraio 2013. Datalogic Automation, (4° classificata, 740 mila euro di finanziamento), ALSTOM Ferroviaria (4° classificata, 795 mila euro di finanziamento), CNH Italia Spa (11° classificata, 865 mila euro di finanziamento), Carpigiani (18° classificata, 990 mila euro di finanziamento), Gruppo Fabbri (18° classificata, 840 mila euro di finanziamento), SCM (36° classificata, 866 mila euro di finanziamento). Ad esse, si aggiungono le aziende membri del Network Fornitori Accreditati Curti Costruzioni Meccaniche, Centro Alesatura e CRP meccanica.
Di queste, vale la pena di sottolineare che Datalogic Automation e ALSTOM Ferroviaria si sono avvalse del supporto da parte del CRIT nella stesura della domanda. Il CRIT non ha peraltro supportato imprese che non sono state finanziate, confermandosi quindi una realtà in grado di individuare e promuovere le eccellenze a livello regionale per quanto riguarda la capacità di investire proficuamente in ricerca e sviluppo.
Ambiente e robotica: arriva Grace, il pesce-robot guardiano dei fiumi
Si chiama GRACE (acronimo di Gliding Robot Ace) la nuova creatura robotica messa a punto dalla Michigan State University, in grado di nuotare come un pesce e comunicare a distanza lo stato di salute dei corsi d’acqua che attraversa. Si tratta in pratica di un grosso pesce meccanico capace di scivolare sull’acqua, immergersi e nuotare per lunghe distanze, il tutto utilizzando pochissima energia. La grande autonomia di Grace è ottenuta grazie a un innovativo dispositivo che permette di regolare l’ingresso e l’uscita dell'acqua all’interno del pesce-robot, consentendogli di ricaricare le batterie proprio mentre nuota. Il meccanismo, se vogliamo, traduce a livello robotico la funzione della vescica natatoria, l’organo che consente ai pesci di immergersi o risalire a diverse profondità, senza far ricorso ad intensi movimenti attivi che richiederebbero un elevato consumo di energia.
Progettato e costruito da una squadra di ricercatori guidati da Xiaobo Tan, professore associato di ingegneria elettronica ed informatica presso la Michigan State University, il pesce-robot è dotato di una serie di sensori che non solo gli consentono di viaggiare in modo autonomo, ma anche di misurare numerosi parametri chimico-fisici dell’acqua, come temperatura, salinità, pH, contaminanti ed inquinanti.
La capacità del robot di scivolare e planare a diverse profondità è resa possibile da una pompa di nuova generazione che regola il flusso dell'acqua dentro e fuori del pesce, a seconda che si voglia far scendere o salire il pesce-robot. Inoltre, la batteria è collocata su una sorta di rotaia che scorre avanti e indietro, in sincronia con l'azione di pompaggio, per permettere al robot di scivolare attraverso l'acqua lungo il percorso desiderato. In questo modo, secondo Xiaobo Tan, si evita lo sbattimento costante della coda, che comporterebbe uno scaricamento rapido della batteria e non consentirebbe al pesce-robot di nuotare per più di due ore. È da notare questo genere di robot potrebbe rappresentare un grande passo avanti rispetto agli alianti subacquei già comunemente usati in oceanografia, perché è più versatile e leggero e quindi più adatto a percorrere corsi di fiumi o altri siti contaminati di difficile accesso.
I ricercatori dell'Università del Michigan, infatti, hanno messo alla prova Grace nel fiume Kalamazoo, dove nel 2010 era stato registrato uno sversamento di olii combustibili. Il pesce-robot è riuscito a nuotare a lungo e autonomamente in tre diversi siti lungo il corso del fiume, rimandando in modalità wireless le letture ambientali captate dai suoi sensori.
La Ricerca della Michigan State University è attualmente sostenuta dalla National Science Foundation.
Fonte: Michigan State University
Cluster Tecnologici, Crit in testa con la Fabbrica Intelligente
Al primo posto della graduatoria del ministero dell'istruzione si è affermato il cluster sulla Fabbrica Intelligente, promosso da Crit e da Kilometro Rosso di Bergamo.
È stata recentemente pubblicata la graduatoria del Bando MIUR "Cluster Tecnologici Nazionali", che vede affermarsi al primo posto il Cluster sulla Fabbrica Intelligente, promosso, tra gli altri, dal Crit Research di Modena e dal Kilometro Rosso di Bergamo. La proposta progettuale è stata definita attraverso una intensa opera di coinvolgimento delle imprese, volta a stimolare l'emersione dal basso dei temi di ricerca.
Gli argomenti del progetto riguardano tematiche prioritarie del settore manifatturiero: lo sviluppo di tecnologie per sistemi di produzione avanzati, il miglioramento delle prestazioni, la flessibilità e la sostenibilità. «Grazie a questo approccio bottom-up, con il coinvolgimento diretto di alcune delle più dinamiche imprese manufatturiere nazionali, oltre che di numerosi leader tecnologici», dichiara Roberto Pelosi, amministratore delegato di Crit, «l'aggregazione sulla Fabbrica Intelligente è riuscita a salire sul podio nella competizione nazionale fra gli altri otto cluster tecnologici. In più, il Cluster Fabbrica Intelligente ha visto il riconoscimento di tutti e quattro i progetti presentati, risultato tanto più apprezzabile se si pensa che la valutazione è stata effettuata da soli esperti stranieri».
L’attività di ricerca ed innovazione tecnologica avrà a disposizione un budget di oltre 47 milioni di euro e si svilupperà nel corso di un triennio durante il quale, nell'ambito dei progetti che vertono su tematiche quali la riconfigurabilità, la sostenibilità e l'Ict per il manufacturing, aziende socie di Crit Research come Ima, Sacmi, Scm, Carpigiani e Cineca collaboreranno e svilupperanno sinergie con università e altre importanti realtà industriali, quali Brembo, Balluff, Avio e Siemens.
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2012 Thomson Reuters “Top 100 Global Innovators”
Thomson Reuters ha reso nota, anche quest'anno, la classifica dei primi 100 “global innovators” del 2012, global company che si sono distinte, a livello worldwide, come leader per quanto concerne l’attività di innovazione tecnologica nel propsio settore di attività.
La classifica è frutto di un’attività di analisi, realizzata da analisti di Thomson Reuters, basata su metriche che fanno riferimento a vari aspetti dell’innovazione correlati all’attività brevettuale e scientifica di tali soggetti. Si tratta di aziende che si sono distinte per un'importante volume di invenzioni depositate, che stanno lavorando su sviluppi tecnologici riconosciuti come realmente di frontiera, per i quali richiedono protezione a livello globale e che, in certa misura, hanno esercitato una significativa influenza sui successivi sviluppi portati avanti da altri soggetti.
Dal punto di vista della distribuzione geografica, dallo studio emerge, ancora una volta, come la maggior parte delle aziende provenga dagli Stati Uniti (quasi il 50%), che si confermano paese leader nell’ambito dell’industria dei semiconduttori e dei componenti elettronici. Solo cinque i paesi europei che hanno almeno un rappresentante nella classifica stilata da Thomson Reuters: prima fra tutti la Francia, che si contraddistingue come la nazione con i centri di ricerca scientifica più attivi sulle tecnologie emergenti del futuro.
Per quanto riguarda i settori di attività: al primo posto si conferma quello dei semiconduttori e prodotti elettronici, seguito da Computer Hardware, dal settore Chimico e dall'Automotive (in significativo aumento rispetto al precedente anno).
Il report completo dell’analisi svolta da Thomson Reuters è scaricabile gratuitamente al seguente link: http://top100innovators.com.
Fonte: Thomson Reuters
Network Fornitori Accreditati di CRIT Research – Activity Report 2012
Nel corso del Suppliers' Day svoltosi presso CNH lo scorso 5 dicembre, CRIT ha presentato l'Activity Report 2012 relativo alle attività del Network Fornitori Accreditati.
Questo il prospetto generale delle attività realizzate:
- 3 Tavoli di Lavoro
- 25 Seminari CRIT
- 1 Tecno Tour
- 8 Convegni
- 1 Suppliers’ Day
- 11 Incontri Fornitore
- 5 Client/Supplier Matching
- 7 Bandi R&D proposti
- 7 Domande presentate.
Alcuni dati salienti da segnalare: 100% dei fornitori coinvolti almeno in un'attività di innovazione collaborativa (tavoli di lavoro e confronto, seminari, tecno-tour, convegni, ecc) contro il 78% del 2011; 7% di attività in più dedicate esclusivamente ai fornitori (incontri diretti, matching cliente/fornitore) rispetto al 2011; 16 fornitori coinvolti in bandi R&D e domande di finanziamento presentate (38% sul totale, contro il 22% del 2011).
Per maggiori dettagli, è possibile consultare il report completo.
Ecco i vincitori del Premio Nazionale per l’Innovazione 2012
Si è concluso il Premio Nazionale per l'Innovazione 2012 (PNI Cube) dedicato ai migliori progetti giovanili di Start up, che ha visto anche la partecipazione di CRIT come membro ufficiale della Giuria Ufficiale.
Ad aggiudicarsi la coppa con il titolo di "Miglior piano d'Impresa 2012" è stato Mangatar (Start Cup Campania), il primo social game del mondo del fumetto giapponese in cui gli utenti possono creare i propri personaggi e sfidare gli altri giocatori collegati da tutto il mondo. La gara finale, che si è svolta venerdì 30 novembre al Teatro Petruzzelli di Bari, ha visto competere 16 progetti selezionati dalla Giuria ufficiale del Premio tra i 64 partecipanti, risultati vincitori delle business plan competition (Start Cup) locali. Il progetto Mangatar, oltre ad essere il vincitore assoluto del PNI Cube 2012, si è aggiudicato anche il primo premio - di 25.000€ - nella sezione ICT & Social Innovation.
Questi l'elenco completo dei vincitori del PNI 2012: per la categoria Life Science, NARRANDO - Nano caRbon RAdiatioN Dosimeter (della Start Cup Campania), che si occupa di sviluppo, produzione e commercializzazione di dosimetri nanostrutturati di elevate prestazioni e a costi contenuti, per misurare radiazioni ionizzanti in radioterapia e radiologia; per la categoria ICT-Social Innovation, Mangatar (Start Cup Campania); per la categoria AgroFood&Cleantech, Microturbina (Start Cup Ricerca- Sole24Ore), dispositivo che sostituisce le batterie o le ricarica in un luogo remoto, attraverso una tecnologia innovativa nel disegno e a basso impatto ambientale che sfrutta la pressione di un fluido disponibile localmente e la trasforma in energia elettrica utile all’alimentazione di sensori distribuiti; per la categoria Industrial, Phi Drive (dalla Start Cup Piemonte e Valle d’Aosta), che si occupa di produzione di motori rotativi e lineari per soddisfare bisogno di posizionamenti lenti e precisi uniti ad una esigenza di compattezza e personalizzazione da utilizzare nei settori dell’ottica, macchine utensili, biomedica e strumenti di misura.
Qui il comunicato stampa ufficiale con tutti i premi e i riconoscimenti assegnati.
Il ruolo del fornitore nel processo di innovazione e sviluppo prodotto – Suppliers’ Day 2012
Grande partecipazione prevista per il Suppliers' Day del Network Fornitori Accreditati di CRIT, che si svolgerà il 5 Dicembre 2012 presso CNH (Case New Holland ) Italia SPA, azienda leader mondiale nello sviluppo, produzione e commercializzazione di macchine per l’agricoltura e per le costruzioni e il movimento terra.
La giornata sarà divisa in due momenti; la prima parte sarà organizzata presso il Centro Tecnico San Matteo, in cui sono localizzate le attività di uno dei principali centri di engineering e di sviluppo prodotto particolarmente focalizzato sui trattori. Verranno visitate: la virtual room, che viene utilizzata per simulazioni a supporto delle attività di progettazione, e le aree e attrezzature di testing in cui vengono testati i componenti principali (motori, trasmissioni e pompe) e i trattori completi. Insieme ai tecnici CNH verrà approfondito il ruolo del “Fornitore” nell’intero processo di sviluppo di un nuovo prodotto, e come il Fornitore può venire coinvolto in questo processo con particolare riferimento alle sue capacità di proporre/partecipare all’innovazione.
La seconda parte della giornata sarà organizzata invece presso lo stabilimento produttivo di Modena, in cui sono localizzate la produzione delle trasmissioni di media potenza con la lavorazione meccanica dei principali componenti strutturali e il montaggio e la prova del gruppo, la produzione delle strutture di alcune famiglie di cabine con i processi di saldatura e verniciatura dei frame, la produzione dei principali componenti attuatori e di controllo degli azionamenti e delle valvole idrauliche dei trattori come lavorazione meccanica , montaggio e test dei sottogruppi. Attraverso la visita dello stabilimento sarà possibile approfondire le metodologie di World Class Manufacturing e di Lean Production implementate internamente da CNH.
Parte della giornata sarà dedicata inoltre all’analisi dei servizi che CRIT ha proposto ai Fornitori nel corso del 2012 e ad alcune proposte per le attività che verranno realizzare insieme alle imprese del Network nell’anno 2013.
Solar Steam, il solare termico che impiega le nanoparticelle per produrre vapore
Gli scienziati della Rice University di Houston (Texas) hanno sviluppato una nuova tecnologia rivoluzionaria che utilizza nanoparticelle per convertire l'energia solare direttamente in vapore. Il nuovo generatore di vapore ad energia solare è stato sviluppato dal LANP, il Laboratorio di Nanofotonica della Rice University, ed è così efficace che può produrre vapore anche dall’acqua gelata.
I dettagli di questo nuovo metodo di produzione di vapore sono stati pubblicati recentemente sulla prestigiosa rivista ACS Nano. Il prototipo realizzato dagli scienziati ha un rendimento energetico complessivo del 24% , che potrebbe essere ulteriormente incrementato con l’affinarsi della tecnologia. Tuttavia, gli inventori del generatore di vapore solare (Solar Steam) sono convinti che il primo utilizzo del loro dispositivo non sarà per la produzione di energia elettrica, ma piuttosto per la depurazione dell’acqua e la sterilizzazione di dispositivi igienico-sanitari nei Paesi in via di sviluppo.
Negli ultimi anni sono stati realizzati numerosi impianti che consentono di produrre vapore direttamente dall’energia del sole, grazie all’impiego di concentratori solari. Rispetto ai dispositivi conosciuti, questa nuova tecnologia mostra una notevole efficienza grazie alla presenza di nanoparticelle in grado di catturare la luce solare e convertirla in calore. Se immerse in una soluzione acquosa ed esposte alla luce del sole, le nanoparticelle si riscaldano così in fretta da vaporizzare immediatamente l'acqua che le circonda. Il riscaldamento avviene su scala nanometrica: le dimensioni delle particelle possono essere addirittura inferiori alla lunghezza d’onda della luce che le colpisce, il che significa che per dissipare il calore esse hanno a disposizione una ridottissima superficie. Questo intenso riscaldamento consente di generare vapore localmente, proprio in corrispondenza della nanosuperficie, in maniera efficiente e del tutto insolita. Per dimostrare a livello pratico quanto questa generazione di vapore localizzato possa essere lontana dall’esperienza comune, i ricercatori della Rice University hanno videoregistrato un esperimento durante il quale la radiazione solare viene diretta su una provetta contenente la soluzione di nanoparticelle immersa in un bagno di acqua ghiacciata. Nel video si dimostra che concentrando la luce solare sulla provetta è possibile creare vapore direttamente dall’acqua quasi congelata.
Per quantificare i possibili sviluppi tecnologici di questo genere di dispositivo, occorre innanzi tutto ricordare che il vapore è uno dei fluidi industriali più utilizzati al mondo. Infatti, circa il 90% dell’energia elettrica è prodotta dal vapore, ma esso è utilizzato anche per sterilizzare i rifiuti sanitari e gli strumenti chirurgici, per preparare il cibo e per purificare l'acqua. Per contenere i costi di produzione, la maggior parte del vapore industriale oggi viene prodotta in grandi caldaie, ma l'efficienza di questi nuovi generatori di vapore ad energia solare potrebbe consentire di realizzare processi economici anche su una scala molto più piccola.
Le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo potrebbero essere le prime a vedere i benefici del “vapore solare”. Gli studenti di ingegneria della Rice hanno già creato un'autoclave a vapore solare in grado di sterilizzare strumenti medici e dentali presso le cliniche che non hanno energia elettrica. Inoltre questo gruppo di ricerca, guidato dalla Prof.ssa Halas, ha vinto uno dei premi stanziati dalla Bill&Melinda Gates Foundation per creare un sistema di trattamento dei rifiuti umani utilizzabile su piccolissima scala in zone prive di fognature ed elettricità. Il “vapore solare” ha notevoli potenzialità anche perché non richiede una grande estensione di specchi o pannelli solari per funzionare efficacemente. Ad esempio, la finestra di luce nell’autoclave dimostrativa è di pochi centimetri quadrati. Altri usi potenziali del generatore potrebbero essere individuati nell’alimentazione di sistemi ibridi di aria condizionata e riscaldamento, oppure per dissalazione e la depurazione dell’acqua.
La Prof.ssa Halas, capofila del progetto, è uno dei massimi esperti mondiali nel campo delle nanoparticelle fotoreattive, utilizzabili in svariati settori della medicina, della diagnostica e della produzione energetica. Forte di questa esperienza, per la realizzazione di questo generatore di vapore il team di ricerca ha messo a punto una nanoparticella che reagisce a uno spettro di radiazione molto ampio, che si estende anche oltre il campo del visibile, in modo da garantire una grande versatilità d’impiego anche in condizioni non ideali.
Fonte: Sciencedaily