Progetti
Grande successo di pubblico per la decima edizione di MC4 – Motion Control for
Si è conclusa con un grande successo di pubblico la decima edizione di MC4 – Motion Control for. Gli oltre 700 visitatori intervenuti hanno apprezzato tutte le novità di questa edizione: la presentazione della situazione di mercato a cura di ANIE Automazione, la “smart lesson” del prof. Gasparetto dell’Università di Udine e i test dal vivo del Laboratorio LIAM.
I visitatori hanno apprezzato anche i tanti workshop, che quest’anno sono stati curati con ancora maggiore attenzione da parte delle aziende.
Di seguito si riporta l'intervista a Matteo Sartini, responsabile tecnico del laboratorio LIAM. Continua a leggere sul sito di MC4
Cluster Fabbrica Intelligente: al via il progetto ADAPTIVE coordinato dall’Università di Modena e Reggio Emilia
L’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia sarà leader di uno dei quattro progetti relativi al Cluster Fabbrica Intelligente finanziato dal MIUR attraverso il bando Sviluppo e Potenziamento dei Cluster Tecnologici Nazionali. Affidato al coordinamento del prof. Cesare Fantuzzi il progetto che riguarda “Approcci adattativi e modulari per la Digital Factory” potrà contare su un budget di 10 milioni di euro e vede coinvolti 15 diversi soggetti tra importanti aziende nazionali e università. A capo degli obiettivi realizzativi lo stesso prof. Cesare Fantuzzi del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria di Reggio Emilia, il dott. Marcello Pellicciari del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Modena ed il prof. Fabio Previdi dell’Università di Bergamo.
Il bando del MIUR relativo a Sviluppo e Potenziamento dei Cluster Tecnologici Nazionali per quanto riguarda il settore Cluster Fabbrica Intelligente vede un grande successo dei ricercatori dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, che sono leader di uno dei 4 progetti costituenti, ovvero di quello intitolato “Approcci adattativi e modulari per la Digital Factory”.
Attraverso il suddetto bando del maggio 2012 il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha inteso promuovere una iniziativa di forte sostegno alla innovazione, selezionando le migliori aziende e università italiane capaci di sviluppare progetti di ricerca collaborativa, con cui migliorare le filiere tecnologiche italiane in 9 settori strategici: chimica verde, agrifood, tecnologie ed ambienti per la vita, scienze della vita, tecnologie per le smart communities, mezzi e sistemi per la mobilità di superficie terrestre e marina, aerospazio, energia e fabbrica intelligente.
A seguito di una valutazione svolta da esperti internazionali, la proposta portata avanti dal Cluster Fabbrica Intelligente è risultato il migliore dei 9 Cluster nazionali, proponendo ambiziosi progetti di ricerca con cui innovare le fabbriche del futuro.
Il Cluster Fabbrica Intelligente è strutturato in 4 progetti: Produzione sostenibile, Approcci adattativi e modulari per la digital factory (“ADAPTIVE”), Smart Manufacturing e Produzione a elevate prestazioni.
Complessivamente il Cluster coinvolge 76 soggetti tra imprese, università ed enti di ricerca, provenienti da tutto il territorio italiano, per un ammontare di 48 milioni di euro di investimenti che genereranno anche tanta nuova occupazione.
Per la Regione Emilia Romagna, specializzata nella realizzazione di prodotti ad alta tecnologia fortemente personalizzati ed ottimizzati, il tema strategico riguarda sicuramente l’innovazione dei sistemi di produzione in termini di flessibilità ed adattamento a continui cambiamenti di prodotto e processo. “
“Non sorprende che il nostro Ateneo, da sempre leader nella ricerca applicata, - ha affermato il prof. Cesare Fantuzzi del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria - sia stato riconosciuto come ente coordinatore scientifico del progetto <ADAPTIVE>, potendo contare su un budget di progetto di circa 10 Milioni di euro, che vede protagonisti 15 soggetti diversi fra università ed aziende”.
Il progetto ADAPTIVE si propone di sviluppare tecnologie e soluzioni per migliorare la capacità delle moderne fabbriche di essere flessibili ed efficienti, allo scopo di rispondere in modo adeguato ai cambiamenti richiesti delle dinamiche sempre più veloci del mercato.
“Sono davvero soddisfatto di questo risultato ottenuto e dello spirito collaborativo che si è instaurato in questa circostanza tra giovani ricercatori e veterani. Essere stati selezionati per il bando dei Cluster Tecnologici Nazionali – ha commentato il Rettore prof. Angelo O. Andrisano - è un ulteriore riconoscimento dell’elevato livello di qualità della ricerca che si conduce nel nostro Ateneo, ma soprattutto conferma la nostra capacità di sapere intrattenere un dialogo proficuo col sistema delle imprese e che la ricerca scientifica fatta in sinergia con le aziende può portare nuova occupazione in un periodo così difficile per la nostra nazione”.
Il progetto ADAPTIVE, il cui responsabile scientifico è il prof. Cesare Fantuzzi del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria della sede d’Ateneo di Reggio Emilia, è organizzato in 3 obiettivi realizzativi specifici: il primo riguarda nuove soluzioni di manifattura robotizzata e sarà coordinato dal dott. Marcello Pellicciari del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” della sede d’Ateneo di Modena; il secondo obiettivo riguarda la realizzazione di sistemi di produzione intrinsecamente flessibili e modulari, e sarà coordinato dal prof. Fabio Previdi dell’Università di Bergamo; il terzo, coordinato dal prof. Cesare Fantuzzi, si occupa della cooperazione e collaborazione tra robot e uomini in ambienti manifatturieri.
Sia il prof. Cesare Fantuzzi che il dott. Marcello Pellicciari fanno parte di INTERMECH MO.RE., il centro interdipartimentale che Unimore ha creato specificatamente per favorire la ricerca applicata ed il trasferimento tecnologico della ricerca.
Nello specifico il dott. Marcello Pellicciari guiderà un gruppo di lavoro costituito da UNIMORE, Università di Napoli, e le aziende SIR SPA (famoso costruttore modenese di impianti robotizzati), AVIOAERO (importante produttore di componenti e sistemi per l’aeronautica civile e militare), e il gruppo industriale riminese SCM GROUP, (uno dei maggiori costruttori mondiali di linee ed impianti di lavorazione legno).
“Il progetto – spiega il dott. Marcello Pellicciari - mira ad incrementare ulteriormente la precisione ed efficacia operativa dei robot industriali, rendendo possibili processi tecnologici attualmente irrealizzabili: per raggiungere gli obiettivi prefissati dovremo affrontare problematiche tecnico-scientifiche molto impegnative che apporteranno nuova occupazione e competitività alle aziende italiane”.
“Il Progetto ADAPTIVE – aggiunge Cesare Fantuzzi - è un progetto complesso ed ambizioso: ha richiesto un notevole lavoro di preparazione preliminare in cui pianificare le attività di ricerca scientifica, la gestione della proprietà intellettuale e l’organizzazione operativa del lavoro. Devo comunque ringraziare ASTER (associazione regionale che coordina la rete di ricerca regionale dell’Alta Tecnologia) e CRIT (Consorzio di ricerca che unisce molte delle più importanti aziende regionali) per il costante supporto che ci hanno dato”.
NEFTECH Tecnology: la filiera dell’high tech per sfidare i mercati globali
Articolo pubblicato su: IlSole24Ore - Speciale Ricerca, Innovazione, Tecnologia e Aerospazio - 10/02/2014
Neftech Technology è la risposta intelligente e lungimirante di sei aziende con importante know-how e specializzazione dell’Emilia-Romagna che hanno deciso di diventare una rete d’impresa per moltiplicare i risultati grazie alle rispettive competenze e capacità.
L’ambito d’azione è la ricerca e lo sviluppo con la fornitura di servizi di progettazione, test e sviluppo prototipale nell’industria, servizi che coinvolgono i sei attori dell’iniziativa: Ghepi, Tec Eurolab, Procomec, Gruppo Crp, Itg e Deltatech. Il loro obiettivo è fornire un nuovo servizio avanzato e customizzato per la realizzazione di progetti integrati, complessi e multi-competenze, comprendente servizi di progettazione, test e sviluppo prototipale con particolare riferimento alla meccanica e alla meccatronica.[..]
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L’Open Innovation come modello di gestione della conoscenza per facilitare l’eco-innovazione
Articolo pubblicato su Energia, Ambiente e Innovazione - Bimestrale ENEA – n. 5 Settembre-Ottobre 2013
L’Open Innovation è un nuovo modello di gestione della conoscenza che descrive processi di innovazione caratterizzati dall‘apertura verso l’esterno. Da alcuni anni diverse aziende hanno deciso di integrare l’Open Innovation con la sostenibilità ambientale, dando vita a modelli di Open Green Innovation. L’articolo offre una panoramica sulle migliori pratiche internazionali di Open Green Innovation (crowdsourcing open network, crowdfunding, reti collaborative, cluster tecnologici), riportando alcuni casi studio caratterizzati da un elevato potenziale di replicabilità.
Da oltre una decina di anni si sente sempre più parlare di Innovazione Aperta (in inglese Open Innovation), un nuovo modello di gestione della conoscenza che descrive processi di innovazione caratterizzati dall‘apertura verso l’esterno, che modifica il modello più convenzionale del closed innovation. L’ecosistema con il quale le aziende possono scambiare know-how è costituito in primo luogo dai clienti e dalla rete di fornitura, ma anche da centri di ricerca, università, start-up e soggetti pubblici o privati in grado di facilitare i processi di trasferimento tecnologico. Le logiche di Open Innovation sono varie e possono prevedere, ad esempio, la collaborazione con centri di ricerca esterni, il coinvolgimento come parte attiva dei propri clienti o fornitori o l‘eventuale cessione dei risultati della ricerca interna, anche trasformando programmi di sviluppo interni in progetti open source.
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Autori: Johanna Ronco, Roberto Pelosi
Thomson Reuters 2013: Top 100 Global Innovators
Thomson Reuters ha reso nota, anche quest’anno, la classifica dei primi 100 “global innovators” del 2013 (programma avviato nel 2011), global company che si sono distinte, a livello worldwide, come leader per quanto concerne l’attività di innovazione tecnologica nel proprio settore di attività.
La classifica è frutto di un’attività di analisi, messa a punto Thomson Reuters, basata su metriche che fanno riferimento a vari aspetti dell’innovazione correlati all’attività brevettuale e scientifica di tali soggetti. Si tratta di aziende che si sono distinte per un’importante volume di invenzioni depositate, riconosciute come realmente innovative, per i quali richiedono protezione a livello globale e che, in certa misura, hanno esercitato una significativa influenza sui successivi sviluppi portati avanti da altri soggetti.
Dal punto di vista della distribuzione geografica, dallo studio emerge, ancora una volta, come la maggior parte delle aziende provenga dagli Stati Uniti (il 46%) e, a seguire, dall'area asiatica (con Giappone, Corea del Sud e Taiwan). L'Europa chiude la classifica, con un'importante presenza della Francia (che negli ultimi anni ha varato una serie di misure per sostenere l'innovazione e l'R&D, che sembrano aver portato a risultati concreti). Completamente assente l'Italia. Fra le new entry di quest'anno si sottolinea l'ingresso di Omron (settore semiconduttori e componenti elettronici), azienda del Network Fornitori Accreditati CRIT.
Per quanto riguarda i settori di attività: al primo posto si conferma ancora una volta quello dei semiconduttori e prodotti elettronici (dominato dalle aziende americane), seguito da Computer Hardware, dall’Automotive e da quello dei prodotti Consumer. Particolarmente evidente l'intensa competizione dei principali players nell'ambito smartphone, tutti presenti nella classifica: Apple, Microsoft, Samsung, Google e Blackberry.
Il report completo dell’analisi svolta da Thomson Reuters è scaricabile gratuitamente al seguente link: http://top100innovators.com/
Network Fornitori Accreditati CRIT – Activity Report 2013
Nel corso del Suppliers’ Day svoltosi presso CRIT lo scorso 12 dicembre, CRIT ha presentato l’Activity Report 2013 relativo alle attività del Network Fornitori Accreditati.
Questo il prospetto generale delle attività realizzate:
- 5 Tavoli di Lavoro
- 18 Seminari CRIT
- 1 Tecno Tour
- 9 Convegni
- 2 Suppliers’ Day
- 11 Incontri Fornitore
- 15 Attività Client/Supplier Matching
- 6 Bandi R&D proposti
- 2 Domande presentate.
Alcuni dati salienti da segnalare: 22 Fornitori su 36 sono stati coinvolti nelle attività relative ai bandi R&D e alle domande di finanziamento (61% sul totale, contro il 38% del 2012), il 92% dei fornitori coinvolti almeno in un’attività di innovazione collaborativa (tavoli di lavoro e confronto, seminari, tecno-tour, convegni, ecc); 58% dei Fornitori (21 su 36) coinvolti nelle attività di matching con soci e clienti CRIT (incontri diretti, matching cliente/fornitore) rispetto al 47% del 2012.
Per maggiori dettagli, è possibile consultare il report completo.
Il Club degli Innovatori, un “think tank” a misura d’impresa
Con il 2013 si chiudono i primi cinque anni di attività del Club degli Innovatori di Confindustria Modena, che ad oggi conta 139 iscritti e 21 tavoli di lavoro. L’ultimo incontro del 2013, sull’impiego degli adesivi strutturali nella progettazione meccanica, si è tenuto a fine novembre con la collaborazione della società di consulenza Crit Research e dell’azienda Duna Corradini. «Gli adesivi offrono importanti miglioramenti progettuali come l’impermeabilizzazione, la resistenza a condizioni particolarmente critiche e la riduzione del peso finale», hanno rimarcato Andrea Federzoni del team R&D di Duna Corradini e il docente di progettazione meccanica all’Università di Parma Alessandro Pirondi.
Ogni tema al centro dei tavoli di lavoro si costruisce grazie a una sezione ad hoc del sito Internet di Confindustria Modena dove le aziende sono invitate a esprimersi con suggerimenti e proposte. L’associazione di via Bellinzona completa poi l’organizzazione dell’evento con l’individuazione dei relatori e degli esperti più accreditati.
Per il nuovo anno è già stato messo in calendario “Simulazione ibrida e collaudo virtuale di sistemi meccatronici”. L’appuntamento è fissato per martedì 21 gennaio alle ore 14.30. Anche in questo caso con la supervisione tecnica di Crit Research. Guest speaker sarà Marcello Pellicciari, docente all’Università di Modena e Reggio Emilia.
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[caption id="attachment_5898" align="alignnone" width="464"] Tavolo di lavoro Club Innovatori[/caption]
Crit entra nel progetto REEMAIN finanziato dalla Commissione Europea
Premio Sviluppo Sostenibile 2013: ecco i vincitori
L’Open Innovation funziona! Le conclusioni in un report di Chesbrough e Brunswicker
Il padre dell’Open Innovation Henry Chesbrough, dell'Università della California a a Berkeley, e Sabine Brunswicker dell’istituto Fraunhofer hanno recentemente realizzato un interessante report intitolato “Managing Open Innovation in Large Firms”, nel quale si affronta la questione dell’efficacia dell’Open Innovation all’interno delle grandi imprese. La conclusione del report è che l’Open Innovation funziona davvero, e questo giustifica il crescente livello di interesse ed investimenti in questo nuovo paradigma dell’innovazione. Lo studio ha raccolto le interviste di 125 grandi imprese europee e statunitensi, con fatturato di almeno 250 milioni di dollari e oltre 1.000 dipendenti.
Le conclusioni possono essere così sintetizzate:
- Il 78% delle imprese intervistate pratica l’Open Innovation.
- Nessuna impresa ha abbandonato la pratica dell’Open Innovation da quando l’ha introdotta all’interno dei processi di R&D.
- Il 71% delle imprese riferisce che il proprio top management supporta l’Open Innovation.
- L’82% delle imprese riferisce che, in confronto a tre anni fa, l’Open Innovation è praticata in maniera più intensa.
- Le tre principali pratiche di Open Innovation adottate dalle grandi aziende solo la partecipazione diretta dei clienti ai processi R&D, il networking informale e la collaborazione con le Università. Il Crowdsourcing e i servizi offerti dagli intemediari dell’open innovation hanno un utilizzo ancora relativamente limitato.
- La necessità di stabilire nuove partnership, esplorare nuovi trend tecnologici e identificare nuove opportunità di business sono le principali ragioni strategiche che spingono le aziende ad adottare l’Open Innovation
- Le divisioni di R&D e ingegnerizzazione delle aziende che praticano Open Innovation riferiscono di disporre di maggiore autonomia di gestione delle risorse finanziarie da destinare alle attività di innovazione
- La tipica grande azienda del campione esaminato investe 2 milioni di dollari annualmente in Open Innovation ed impiega a questo scopo l’equivalente di 20 impiegati full time.
- L’Open Innovation non è ancora molto formalizzata, e le norme culturali interne alle aziende hanno la stessa importanza delle pratiche più formali
- La maggiore sfida nella gestione dell’Open Innovation si svolge all’interno delle aziende stesse. Il cambiamento di paradigma dalla innovazione chiusa alla innovazione aperta rappresenta la barriera più difficile da superare.
- Le imprese non sono ancora soddisfatte dei loro attuali parametri di Open Innovation, anche se ritengono che la loro performance complessiva riguardo l’open innovation sia migliorata nel corso degli anni.
Il report è liberamente scaricabile sul sito del Fraunhofer Institute.
Fonti: 15Inno by Stefan Lindegaard, Fraunhofer IAO
Foto: opensourceway on Flickr
Supply chain, mass customisation, production planning: i risultati del progetto Remplanet
Articolo pubblicato su Automazione Integrata, Aprile 2013
Tra il 2009 e il 2012, il CRIT, all'interno di un consorzio transnazionale composto, tra gli altri, dalla tedesca FESTO, dall'Università di Valencia e dall'Università della Svizzera Italiana, oltre che da due membri del Network Fornitori Accreditati CRIT, ha preso parte a un progetto finanziato dalla Commissione Europea denominato REMPLANET (Resilient Multiplants Networks), finalizzato a progettare e realizzare una serie di strumenti che permettessero alle aziende di meglio gestire aspetti quali le reti di fornitura complesse e multinodo, la personalizzazione del prodotto e la pianificazione della produzione all'interno dei diversi stabilimenti aziendali.
Di seguito, una descrizione dei tre principali strumenti realizzati.
Mass Customisation Knowledge Network - Portale online per la collaborazione tra gli attori rilevanti nel campo della mass customization.
MCKN è un portale online per la collaborazione tra gli attori rilevanti nel campo della mass customization, che si indirizza ai seguenti destinatari:
- MCKN offre una introduzione semplice ai temi della mass customization / customer co-creation (co-progettazione tra cliene e fornitorire). Inoltre, il portale possiede una ampia repository di conoscenze e materiale per e-learning.
- MCKN connette i diversi attori rilevanti nel campo della mass customization: università, produttori di beni personalizzati e fornitori di servizi abilitanti per la mass customization saranno messi in connessione per formare una community che condividerà informazioni e buone pratiche attraverso la piattaforma.
- MCKN stimola lo scambio di conoscenze: i problemi sull’implementazione o l’esecuzione della mass customization possono essere postati su forum e mailing list dedicati, e i membri del network possono rispondere e condividere esperienze.
MCKN è accessibile da qualunque browser web: www.mckn.eu
Idea Management Process - Integrare le idee e le innovazioni dei clienti nello sviluppo di nuovi prodotti.
IMP offre il necessario collegamento tra i clienti e lo sviluppo di nuovi prodotti per le aziende che applicano la mass customization. Al fine di mantenere un portafoglio di prodotti che è in linea con esigenze eterogenee dei clienti, le aziende che applicano la mass customization hanno bisogno di integrare le idee del cliente e le innovazioni nel loro solution space.
A tal fine è stato progettato un Idea Management Process (IMP): l’IMP ha lo scopo di organizzare l'integrazione delle idee e le innovazioni del cliente nello sviluppo di nuovi prodotti di una azienda in modo standardizzato e trasparente. Da una parte, il processo dovrebbe permettere un'analisi dettagliata dell'idea, in modo che possa essere presa una decisione ben informata. D'altra parte, va assicurata una decisione rapida e corretta, perché altrimenti i clienti possono essere dissuasi dal fornire idee innovative.
Inoltre, poiché questo processo deve essere adatto per tutti i tipi di input del cliente e per tutti i diversi scenari settoriali, il processo è stato progettato per essere quanto più ampio e generico possibile.
REMPLANET Workbook - Un approccio pratico all’applicazione del REMPLANET Integrated Framework
RW offre un approccio pratico per l'applicazione del REMPLANET Integrated Framework. La gestione della complessità determinata dalla diversità dei prodotti spesso dipende dalla valorizzazione delle iniziative di conoscenza e di collaborazione dei membri di una rete di fornitura collaborativa. RW supporta questa nozione - agisce come un modello di riferimento e uno strumento di progettazione per sostenere le PMI che operano in reti di produzione, concentrandosi sull'utilizzo delle informazioni condivise e delle conoscenze, e sul know-how operativo utilizzato nella gestione varietà dei prodotti attraverso le reti di collaborazione tra clienti e fornitori.
Il workbook fornisce uno strumento diagnostico basato sul comportamento, le operations e le caratteristiche strategiche del prodotto, e le pratiche di collaborazione, al fine di classificare gli utenti come uno degli undici tipi di rete.
Lo Scouting Tecnologico favorisce l’innovazione
Qualsiasi processo innovativo messo in atto da un’azienda ha un inizio, rappresentato dalla genesi delle idee, e un punto di arrivo, contrassegnato dal successo del prodotto immesso sul mercato. Tuttavia, in generale, per riuscire a fare in modo che il cliente arrivi ad ammirare il nuovo prodotto, è spesso necessario superare alcuni ostacoli. Una gestione consapevole è la prima chiave per il successo dell’innovazione; grazie ad essa si incentiva la creazione di idee spontanee o strategiche, si possono selezionare le giuste idee da sviluppare, e l’azienda è messa nelle condizioni di organizzare al meglio le risorse interne ed esterne. Per dare vita a un processo innovativo è necessaria innanzi tutto la presenza di uno staff preparato nell’area Ricerca & Sviluppo e negli altri settori strategici per l’azienda e i suoi partner; in particolare, il personale ha un’importanza fondamentale fin dalla fase della genesi delle idee, perché dà vita a un prezioso insieme di conoscenze. Inoltre, già nella prima fase si può presentare una barriera significativa, dovuta al fatto che è necessario introdurre alcune conoscenze esterne all’azienda, indispensabili per garantire il successo del processo innovativo. I responsabili decisionali devono dunque essere consapevoli della mancanza di queste competenze fin dall’inizio di un nuovo processo di innovazione. In caso contrario, tale carenza potrebbe presentarsi durante il corso del progetto, alla prima manifestazione di un ostacolo inaspettato.
In tutte le diverse fasi della realizzazione di un’innovazione, uno scouting tecnologico può rappresentare un’importante fonte di informazione, in grado di contribuire alla buona riuscita del progetto innovativo stesso. (altro…)
Thomson Reuters “Research Fronts 2013″
Thomson Reuters ha recentemente pubblicato il report "Research Front 2013 - 100 Top-ranked Specialities in the Sciences and Social Sciences", attraverso il quale presenta i primi 100 fronti di ricerca del 2013, relativi a 10 macro-aree delle scienze e delle scienze sociali, emersi da un'importante attività di analisi e monitoraggio delle pubblicazioni scientifiche. Tali fronti rappresentano le aree in cui si sta concentrando l'attività di ricerca a livello mondiale e che, quindi, rappresentano ambiti chiave da monitorare nel corso del 2013.
E' interessante notare come emergano dall'analisi di così grandi quantità di informazioni, "hot areas" che non sarebbero in altro modo identificabili, così come relazioni fra soggetti di ricerca, non formalmente collagati fra di loro, che concentrano i propri sforzi sugli stessi temi.
Il report presenta un'ampia rassegna di fronti della ricerca, fra i quali si citano a titolo d'esempio: il cambiamento climatico ed i suoi effetti; la ricerca in campo energetico; il calcolo per l'analisi, la visualizzazione e la modellazione; l'importanza della tecnolologia come potente strumento per guidare le scoperte scientifiche e, sostanzialmente, le innovazioni che trasformano la nostra realtà.
Entrando nel merito dei contenuti, è interesesante notare come risulti, ad esempio, particolarmente intensa l'attività di ricerca , nella macro-area "Chemistry and Material Science", sullo sviluppo e messa a punto di processi produttivi roll-to-roll per realizzare celle fotovoltaiche organiche. Si tratta di uno dei temi chiave per permettere l'effettiva competizione delle celle fotovoltaiche organiche rispetto a quelle tradizionali in silicio. Le celle fotovoltaiche polimeriche proprio per il loro costo contenuto (dovuto proprio ai processi produttivi di cui sopra), il loro ridotto impatto ambientale, la loro leggerezza e flessibilità risultano essere molto promettenti. Tuttavia serve ancora un'accurata ed approfondita ricerca per migliorarne l'affidabilità e l'efficienza. Su questo fronte sembrano muoversi vari attori a livello internazionale.
Per ulteriori dettagli si rimanda alla consultazione del report, disponibile gratuitamente previa registrazione.