Soluzioni e materiali alternativi per l’imballaggio
Scouting tecnologico di tipo Problem Solving, effettuato attraverso la ricerca e l’analisi di informazioni di varia natura (letteratura tecnico scientifica, brevetti, altro), per identificare e definire: una panoramica dei materiali attualmente utilizzati per la realizzazione di soluzioni di imballaggio richieste dal cliente; una lista di materiali innovativi alternativi a quello attualmente in uso dal cliente con potenzialità di recupero e riciclaggio.
La prima fase dello scouting ha comportato l’identificazione di una lista di materiali alternativi, i quali sono stati confrontati con il materiale da imballaggio correntemente utilizzato dal cliente attraverso una griglia di valutazione. È stato quindi possibile delineare una lista di vantaggi/svantaggi del materiale:
Vantaggi: versatilità nella produzione su misura, ottime caratteristiche di resistenza meccanica, estrema facilità di marcatura, impatto ambientale contenuto, anche se migliorabile, buone possibilità di riciclo.
Svantaggi: relativa pesantezza con conseguente aumento dei costi di trasporto, richiesta sistemi di fissaggio ad hoc, problemi nel trasporto internazionale, problematiche sanitarie, problemi di reperibilità della materia prima, costo elevato se rapportato ad altri materiali.
Il fattore ambientale è risultato essere il più incisivo sulla scelta del materiale, a parità di compatibilità microbiologica. Di conseguenza, d’accordo con il cliente, si è proceduto ad identificare una lista di soggetti in grado di svolgere uno studio di LCA (Life Cycle Assessment) sul prodotto/materiale di interesse. Negli ultimi anni l’aspetto ambientale, in virtù delle recenti normative internazionali in materia di rifiuti e di una maggiore sensibilità dei consumatori, è diventato sempre più rilevante sia come motore per l’innovazione, sia come strumento di green marketing. Tuttavia, nonostante le aziende del settore dell’imballaggio siano già attive da tempo nel pubblicizzare ai clienti gli aspetti più “ecologici” dei propri prodotti, risulta ancora carente la diffusione di metodologie scientifiche in grado di valutare realmente l’impatto ambientale delle diverse soluzioni disponibili sul mercato. Tra queste, la metodologia LCA (Life Cycle Assessment) è stata appunto sviluppata per valutare ogni fase del ciclo di vita di un prodotto, dall’estrazione delle materie prime al fine vita (riciclaggio, recupero, riutilizzo, rifiuto non recuperabile). Nonostante siano presenti numerosi studi LCA nazionali e internazionali relativi a prodotti simili a quelli utilizzati dal cliente, dallo scouting è emersa la carenza di studi riguardanti il settore specifico di interesse dell’azienda. Questa mancanza è da attribuire in primo luogo alla difficoltà di standardizzazione del prodotto, e in secondo luogo alla quota marginale di mercato.
Sempre nell’ottica del miglioramento del prodotto dal punto di vista ambientale, e per rispondere alla richiesta dell’azienda di individuare materiali alternativi a quelli comunemente utilizzati, in modo da semplificare le procedure di smaltimento del prodotto a fine vita, nel corso dello scouting è stata fatta una prima valutazione sul possibile impiego di alcuni materiali biocompatibili, con caratteristiche di biodegradabilità idonee allo specifico utilizzo. Nonostante l’esito positivo della prima indagine, l’effettiva possibilità di impiego nell’applicazione richiesta potrà essere verificata solo attraverso la sperimentazione diretta, sia per quanto riguarda le caratteristiche meccaniche sia per quel che concerne la validazione della procedura di smaltimento. In particolare, dovrà essere valutata l’effettiva resistenza dei materiali nelle condizioni di esercizio, in quanto le loro caratteristiche di biodegradabilità presuppongono una certa vulnerabilità in presenza di ambienti che favoriscono la proliferazione di microorganismi. Nel corso dello scouting è stata inoltre proposta la possibilità di valutare l’eliminazione completa di alcuni componenti dell’imballaggio, facendo eventualmente ricorso alla metodologia TRIZ.
In definitiva, al termine dello scouting il cliente ha ottenuto una panoramica dei materiali alternativi e una serie di contatti per verificare la validità delle possibili soluzioni alternative, sia dal punto di vista operativo che da quello della valutazione di impatto ambientale.
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